Fisico.

Mi sono sempre ritenuta molto fortunata riguardo il mio poter mangiare quintalate di schifezze senza mai ingrassare. Giuro che dall’adolescenza, e per parecchio tempo, il massimo del mio ingrassare era sfiorare i 52kg, che poi sparivano senza troppi sforzi da un giorno all’altro.
Per questo, dicevo, mi sono sempre ritenuta fortunata. Perché, devo ammetterlo, io amo il cibo. Mi piace mangiare, sgranocchiare, assaggiare, sperimentare, e sopratutto, cucinare (si, così tanto che pensavo di iniziare a condividere qualche ricetta perché la cucina è proprio una passione).
Dunque per me l’idea di non mangiare è traumatica.
Così tanto traumatica che più ci penso e più mi viene fame.
Il punto è che sono un po sopra quel solito tetto massimo di 52 chili. Diciamo che per arrivare al mio peso ideale dovrei eliminare 9 pesantissimi kg di grasso superfluo e non è una passeggiata!
Do la colpa all’allattamento (perché non so voi, ma io dopo aver sfamato mio figlio mi sento prosciugata e devo per forza mangiare. Qualsiasi cosa ed in quantità abbondanti!).
Do la colpa allo stress (sono nervosa e mangio. Ma non è nemmeno troppo vero perché quando sono davvero nervosa mi si chiude lo stomaco).
Do la colpa alle notti insonni (e alla tv accesa in camera da letto, perché su La7D non fanno altro che mandare in onda programmi culinari, sopratutto la notte!).
Do la colpa a me, sopratutto, che sono troppo golosa e che non so mai essere costante.
Fatto sta che non riesco a guardarmi allo specchio. Quello che vedo non è ciò che vorrei vedere. Ed è frustrante.
So che 9 chili non sono 90 ma quella figura allo specchio non mi rispecchia affatto ed io non ne posso più.
Ho letto un articolo bellissimo che spiega esattamente quello che provo (aggiornerò il post quando ritroverò il link).
Probabilmente il prossimo anno avrò di nuovo il mio fisico, è solo questione di forza di volontà, ma per il momento voglio poter ammettere che non mi piaccio più.
Che piango quando provo ad indossare un paio di jeans che prima mi andava lento ed ora fa fatica a passare sulle cosce.
Lo racconto alle amiche ridendo, ma mentre frustrata e delusa li sfilo, lanciandoli via e scegliendo vestiti più comodi e che diano meno risalto al mio corpo, piango.
Piango perché mi sento un fallimento.
Piango perché tutti mi dicono “E che ci vuole? È questione di tempo” ma nessuno sembra capire quanto sia brutto non riuscire (in modo così accentuato!) ad apprezzarsi. Ad andarsi bene.
Ho sempre avuto un’autostima praticamente inesistente ma ora comincio quasi a detestarmi.
Mi guardo e non mi piaccio, e non importa cosa indosso, o come sistemo i capelli, o se decido di truccarmi almeno un po.
Mi guardo e non mi piaccio.
E allora piango.
Perché credevo di essere cresciuta, di essere almeno più pronta.
Credevo di poter affrontare una situazione simile.
Invece non riesco a far altro che piangere, perché la ragazza che mi guarda, da dietro lo specchio, sembra volermi dire “Ti prego, accettami così!”, ma io non riesco ad ascoltarla.